sabato 27 gennaio 2007



Che cos'è il bullismo?


Se ne parla continuamente in questi ultimi tempi. Il fenomeno è divenuto intollerabile anche per l'impatto crudo che i media , la televisione e internet propinano in tempo reale.


Il bullismo non è in realtà un costume dei nostri giorni è sempre esistito chiamato magari prepotenza, cattiveria, guapperia. Ma quei tipi erano isolati esposti al pubblico lubidrio perchè la mentalità era diversa, la società più sana, moralmente accettabile e più educata ai valori del vivere civile. La prepotenza del singolo veniva rintuzzata dai più intraprendenti e punita sia dai genitori che dai docenti e dalle autorità legali. Oggi, purtroppo, i genitori hanno abdicato al loro ruolo di educatori e come punto di riferimento ed esempi di rettitudine. I docenti sono impotenti, impossibilitati persino al rimprovero se un loro studente riscalda al sedia. Le autorità seguono le leggi permessive di uno stato buonista.


Il termine BULLISMO è la traduzione italiana dell'inglese "bullying" ed è utilizzato per designare un insieme di comportamenti in cui qualcuno ripetutamente fa o dice cose per avere potere su un'altra persona o dominarla. Il termine originario "bullying" include sia i comportamenti del "persecutore" che quelli della "vittima" ponendo al centro dell'attenzione la relazione nel suo insieme.
Spesso non gli si dà molta importanza perché lo si confonde con i normali conflitti fra coetanei, mentre il bullismo è caratterizzato da alcuni fattori:
Intenzione di fare del male e mancanza di compassione :
il "persecutore" trova piacere nell'insultare, nel picchiare o nel cercare di dominare la "vittima" e continua anche quando è evidente che la vittima sta molto male ed è angosciata.
Intensità e durata:
il bullismo continua per un lungo periodo di tempo e la quantità di prepotenze fa diminuire la stima di sé da parte della vittima.
Potere del "bullo":
il bullo ha maggior potere della vittima a causa dell'età, della forza, della grandezza, del genere (ad es. maschio più forte della femmina), o per la sua popolarità nel gruppo di coetanei.
Vulnerabilità della vittima:
la vittima è più sensibile degli altri coetanei alle prese in giro, non sa o non può difendersi adeguatamente ed ha delle caratteristiche fisiche o psicologiche che la rendono più incline alla vittimizzazione.
Mancanza di sostegno:
la vittima si sente isolata ed esposta, spesso ha molta paura di riferire gli episodi di bullismo perché teme rappresaglie e vendette.
Conseguenze:
il danno per l'autostima della vittima si mantiene nel tempo e induce la persona ad un considerevole disinvestimento dalla scuola oppure alcune vittime diventano a loro volta aggressori. (Dott. Oliviero FACCHINETTI)


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